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lunedì 25 maggio 2015

Addio a Victor Salvi, costruttore di arpe

NEW YORK. E’ morto a Milano, all’età di 95 anni, Victor Salvi, musicista, liutaio e costruttore delle celebri arpe. Nato a Chicago nel 1920, da genitori italiani, in una famiglia di musicisti, portò a Piasco, nel 1974, la rinomata azienda, la N.S.M  (Nuovi Strumenti Musicali) fondata a Genova nel 1957, le cui arpe suonano nei maggiori teatri del mondo, dalla Scala, al Metropolitan di New York, al Bolshoi.
Una storia da romanzo quella di Victor Salvi, eccellente arpista e imprenditore di successo, con la passione per la musica fin da bambino, ultimo di sei figli di un liutaio veneziano, Rodolfo Salvi, trapiantato a Viggiano, cittadina del sud Italia rinomata per la fabbricazione delle arpe, per la cultura della musica popolare e l’arpa "portativa" strumento che i complessi girovaghi suonavano per le vie del mondo.
All'inizio del XX secolo la famiglia Salvi  si trasferì negli Stati Uniti, a Chicago,  e la passione per questo strumento segnò per sempre il destino di Albert, Aida e Victor. Albert fu definito dal celebre Nicanor Zabaleta come "il più grande arpista di tutti i tempi". Aida diventò compositrice e arpista dell'Opera di Chicago; Victor arpista della Philharmonic Orchestra di New York e della NBC Orchestra diretta da Arturo Toscanini che lo nominò prima arpa sotto la sua direzione.
Ma la vera passione di Victor Salvi si rivelò essere quella costruire lo “strumento musicale degli dei" ereditando la capacità imprenditoriale dal padre. Costruì la sua prima arpa nel 1954 e iniziò a portare i suoi prototipi in giro per il mondo, avvicinandosi al mercato europeo e alle origini italiane, stabilendo la sua prima dimora a Londra, poi a Villa Maria vicino a Genova.
Qui, nel 1957 fondò l’azienda di costruzione, affiancato dallo scenografo e artigiano Parodi, nel compito di costruire un’arpa che sapesse suonare “in modo dolce come un sussurro” o con la “potenza e le svariate sfumature di una intera orchestra”.
Negli anni ’70, convinto dalla capacità specializzata e dall’ambiente artigianale della Valle Varaita adatto alla costruzione dello strumento, trasferì la produzione prima a Manta poi a Piasco nello stabilimento che fu sede dell’ex-cotonificio Wild e che ora produce circa 2000 arpe l’anno, suonate dall’80%degli arpisti del mondo, in prima fila quelli delle più importanti orchestre internazionali.


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