SCRIVETECI

CONTATTI:

usabloggerny@gmail.com
Visualizzazione post con etichetta Joseph Scelsa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Joseph Scelsa. Mostra tutti i post

sabato 2 maggio 2015

Il Museo sfratta l'ex Regina della Little Italy


NEW YORK. Il Museo Italo Americano di Joseph Scelsa ha vinto il suo lungo braccio di ferro contro  la 85.enne Adele Sarno che dovra’ lasciare l’appartamento dove vive da oltre 50 anni entro il prossimo 30 giugno. Lo scorso mese la signora Sarno si era appellata alla Housing Court per evitare lo sfratto dopo aver perduto una battaglia legale durata cinque anni, ma quello che e’ riuscita ad ottenere sono stati solo sessanta giorni per preparare il trasloco forse in un piccolo appartamento della Piccola Italia.
 Quando 53 anni fa occupo’ l’appartamento nella palazzina che oggi ospita il Museo Italo Americano, il suo affitto ammontava a $150.  Si stabilizzo’ poi a $850 perche’ la signora Sarno affermava che il suo fosse un appartamento a fitto bloccato, mentre Joseph Scelsa era di parere contrario e le chiedeva $3.500 mensili. Il padrone ha avuto ragione ed oggi puo’ usare l’appartamento dell’ex Regina della Festa di San Gennaro per espandere - come afferma - il suo Museo.
La palazzina al nr 185 Grand Street, sede del Museo Italo-Americano fu costruita nel 1885 e ospito’ gli uffici della Banca Stabile, che prestava danaro agli italiani che volevano emigrare  negli Stati Uniti.
---
Leggere il post:  IL MUSEO ITALO AMERICANO E LO SFRATTO DELL’ANZIANA INQUILINA dello scorso 26 marzo.
.

giovedì 26 marzo 2015

Italiani d'America / Il Museo di Little Italy e lo sfratto dell'anziana inquilina


NEW YORK. Adele Sarno, 85 anni, origini napoletane, rischia di essere sfrattata  dall’appartamento in Grand Street dove vive da 53 anni. Il padrone di casa e’ l’Italian American Museum, o meglio, Joseph Scelsa,  che minaccia di buttarla fuori se non paga l’affitto, $3,500 mensili, invece degli $820 che la donna sta versando da anni, convinta di avere un appartamento a flitto bloccato. Il braccio di ferro tra la signora Sarno e Scelsa, cominciato cinque anni ha, sembra pero’ essere giunto al capitolo finale. Un tribunale civile ha determinato lo scorso anno che l’appartamento non e’ a fitto bloccato mentre la scorsa settimana l’Office of Rent Administration dell’agenzia New York State Homes and Community Renewal ha anche stabilito che nel settembre del 2013 la signora Sarno non aveva diritto alla successione , non essendo riuscita a dimostrare di aver abitato con continuita’ nello stesso appartamento dopo la morte del padre avvenuta nel 1976, mentre viceversa i legali del Museo sembra abbiamo dimostrato che la donna ha vissuto altrove per un certo periodo di tempo sia pure nella stessa zona della citta’.
L’associazione “Two Bridges Neighborhood Council” che ha lottato  a favore della Sarno dal 1910, ha tacitamente ammesso in questi giorni che legalmente non c’e’ piu’ niente da fare. Ma il punto e’ un altro, dice il presidente Victor Papa.
“Per una istituzione che afferma di promuovere e preservare la cultura italo-americana, il museo fallisce profondamente nel riconoscere che tra i suoi piu’ importanti valori sono proprio coloro che da lungo tempo risiedono nel quartiere. Noi non sottovalutiamo la missione dell’Italian-American Museum, ne’ i benefattori che generosamente la supportano; ne’ vogliamo noi sminuire il Dipartimento statale per l’Istruzione che ha economicamente approvato quella missione; ma il fatto che la signora Sarno sia una delle piu’ vecchie residenti di Little Italy e’ in se stessa una missione”.
Victor Papa conclude dicendo che il “caso Sarno” ha caratteristiche che purtroppo sono ben note alle organizzazioni che si occupano di alloggi nei quartiere cittadini: vulnerabili cittadini messi fuori da padroni di casa speculatori e costruttori edili in Little Italy, Chinatown e nella zona bassa dell’East Side.
La signora Sarno non sa dove andra’ a vivere con la sua gatta Tasha dopo il possibile sfratto. Vive di ‘social security” e riesce a pagare il fitto anche grazie all’aiuto di una figlia ed una nipote che vivono in Wisconsin. Riceve inoltre aiuti per il vitto.
“Che vuole questo Scelsa? Io sono qui da 53 anni e lui da cinque..... - dice Adele Sarno - Avro’ presto 86 anni, quanti ancora me ne rimangono? Fatemi godere in pace nella mia casa gli ultimi anni della mia vita”.
Il Museo, che ha problemi di bilancio, ha piani che vanno al di la’ dell’appartamento della Sarno (uno dei sei che ha in affitto): mira a vendere l’edificio che acquisto’ nel 208. All’angolo di Grand Street e Mulberry dovrebbe sorgerne uno moltopiu’ imponente  che garantira’ al museo piu’ spazio e, soprattutto, un futuro economico piu’ tranquillo.
“Cosa dovremmo fare? Affittare appartamenti con lo sconto?”, si chiede Joe Carella, portavoce del Museo.
La palazzina al nr 185 Grand Street , sede del Museo Italo-Americano fu costruita nel 1885 e ospito’ gli uffici della Banca Stabile, che prestava danaro agli italiani che volevano emigrare  negli Stati Uniti. Due anni fa una richiesta per farla dichiarare monumento storico fu respinto dall’apposita commissione. Quindi, se necessaria, via libera alla sua demolizione.
Lo sfratto, che avrebbe dovuto essere eseguito il 5 aprile, e’ stato rinviato da un giudice al 13 dello stesso mese per consentire ai legali della Sarno di mettere a punto una difesa, probabilmenteuna soluzione di compromesso per risolvere amichevolmente il problema.

Nelle foto:  in alto la palazzina del Museo Italo Americano; al centro, Adele Sarno mostra una fotografia del 1945 quando fu eletta Regina della Festa di San Gennaro della Little Italy di Manhattan; in basso il proprietario dell'edificio Joseph Scelsa.