SCRIVETECI

CONTATTI:

usabloggerny@gmail.com

domenica 4 gennaio 2015

Italiani d'America: Mario Cuomo e la mafia

NEW YORK. Mario Cuomo, per tre mandati governatore dello Stato di New York, morto lo scorso 1 gennaio all’eta’ di 82 anni, non credeva all’esistenza della mafia, nonostante fosse nato a New York (il regno di alcune “famiglie”) dove i genitori Immacolata e Andrea gestivano un negozio di generi alimentari.
Nel 1972, quando uscì il primo film di Francis Ford Coppola, Cuomo rifiuto’ l’invito dell’allora sindaco John Lindsay e negli anni seguenti si era sempre rifiutato di vedere la saga della famiglia Corleone, né aveva mai letto il popolarissimo romanzo di Mario Puzo che l’aveva ispirata.
La sua sfida all’evidenza aveva uno scopo: sperare di demolire lo stereotipo che tutti gli italiani d’America facessero (fanno) parte di Cosa Nostra. “Mi dite che la mafia è un’organizzazione: vi dico che è un sacco di palle”, aveva affermato nel 1985 dopo l’assassinio del boss Paul Castellano fuori da un ristorante di Manhattan.
Ma dello stesso stereotipo lo stesso Cuomo aveva fatto personalmente le spese: “Quando non mi presentai alle presidenziali nel 1992 – disse – si trovarono due giustificazioni: che ero legato alla mafia o che avevo il cancro. Nessuno disse che avevo un’amante bionda di 28 anni”.
Il governatore era capitolato l’anno scorso ed aveva finalmente assistito per la prima ed unica volta ad una proiezione del “Padrino” nel cineforum della Fordham Law School.
“Forse e’ un capolavoro come dicono – aveva concesso –  ma solo per la parte artistica”.
L’ex governatore aveva continuato a criticare e condannare pellicole come “Quei Bravi Ragazzi” di Martin Scorsese o programmi tv come “I Soprano” che trasmettono “l’orribile messaggio” degli italoamericani che prendono la legge nelle loro mani per farsi giustizia da soli.
Il fatto di non essersi mai candidato alle presidenziali rimane l’enigma della sua carriera. A chi una volta gli chiese per cosa volesse essere ricordato rispose: “Una delle cose semplici che volevo realizzare era diventare governatore. Voglio essere il lavoratore più serio che ci sia mai stato. E voglio, quando sarà finita, che la gente dica: ‘Ecco, era una persona onesta’”.
Uno dei suoi figli, Andrew, ha appena iniziato il secondo mandato come governatore dello Stato di New York.

Nessun commento:

Posta un commento