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venerdì 9 gennaio 2015

Rai Italia, i nipotini di Nicolo' Carosio

MIAMI. Il telecronista ci da’ il nome del calciatore che ha la palla, poi ci dice che e’ caduto e che si riallaccia una scarpa. Vediamo tutti che e’ caduto, vediamo tutti che si riallaccia la scarpa. E’ necessario dirlo a chi guarda la televisione? Mi riferisco - vivendo in Florida - alle telecronache di Rai Italia (o Rai International),  ne’ posso giudicare quanto letto in un post apparso nel novembre del 2012 su “Blog-in dentro lo sport” che parlava un gran bene dei telecronisti di Sky.
Torniamo alla Rai: e’ necessario dirci che Mazzarri, inquadrato, sta bevendo acqua da una bottiglietta quando possiamo vederlo tutti? O  che Inzaghi gesticola? Non basta dirci di chi si tratta, senza spiegarci anche quello che fanno?
Perche’ questa interminabile valanga di parole da parte dei telecronisti che “raccontano” (come amano dire loro stessi) le partite di calcio? Perche’ questa frenetica cascata di parole che inseguono le azioni che si susseguono sul campo di gioco?
Perche’ il telecronista “racconta” la partita come se la TV non fosse ancora stata inventata, come se fossimo ancora al primo periodo del mitico Nicolo’ Carosio?  Mi chiedo se la categoria - oggi un vero e proprio esercito grazie alle radio ed alle TV private  - si sia mai riunita a convegno per parlare del proprio lavoro e di discutere se non sia il caso di cambiarlo ed adattarlo alle esigenze del telespettatore di oggi. Il che non significa usare “tap in”, “extra time” e  “overtime”..
Potrei fare mille esempi e fare i nomi, ma e’ antipatico dare una classifica come quella fatta dal Blog citato anche perche’ sarebbe frutto di gusti personali e quindi non necessariamente attendibile.
  Io  credo che il telespettatore debba conoscere tempestivamente il nome di chi porta palla, di chi la riceve e di chi la intercetta, usufruire di una cronaca minimalista ma completa, senza torrenti di parole e costruzioni barocche.
Durante i momenti di pausa, invece di dirci che il giocatore X si sta toccando il ginocchio perche’ lo vediano tutti, sono sempre bene accette le curiosita’, le statistiche, i numeri, e le notazioni tattiche, cioe’ come giocano le squadre e come i moduli e le marcature cambiano durante la partita. Molti dei telecronisti Rai lo fanno ma vorremmo che lo facessero piu’ frequentememente, come vorremmo che i commentatori alzassero il livello delle loro discussioni, magari sacrificando riferimenti autobiografici. Siamo in grado di seguirli.  Non sono necessari gli esperti per fare chiacchiere da bar.
I telespettatori , e i collegamenti con l’estero di Amedeo Goria  (“La Giostra del Gol”) lo hanno dimostrato, non sono degli sprovveduti e possono parlare di calcio anche dal punto di vista tecnico e tattico. Meritano l’impegno della Rai per un prodotto migliore e moderno.                 Nella foto: Nicolo' Carosio

R. F.


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