SCRIVETECI

CONTATTI:

usabloggerny@gmail.com

giovedì 26 marzo 2015

Italiani d'America / Il Museo di Little Italy e lo sfratto dell'anziana inquilina


NEW YORK. Adele Sarno, 85 anni, origini napoletane, rischia di essere sfrattata  dall’appartamento in Grand Street dove vive da 53 anni. Il padrone di casa e’ l’Italian American Museum, o meglio, Joseph Scelsa,  che minaccia di buttarla fuori se non paga l’affitto, $3,500 mensili, invece degli $820 che la donna sta versando da anni, convinta di avere un appartamento a flitto bloccato. Il braccio di ferro tra la signora Sarno e Scelsa, cominciato cinque anni ha, sembra pero’ essere giunto al capitolo finale. Un tribunale civile ha determinato lo scorso anno che l’appartamento non e’ a fitto bloccato mentre la scorsa settimana l’Office of Rent Administration dell’agenzia New York State Homes and Community Renewal ha anche stabilito che nel settembre del 2013 la signora Sarno non aveva diritto alla successione , non essendo riuscita a dimostrare di aver abitato con continuita’ nello stesso appartamento dopo la morte del padre avvenuta nel 1976, mentre viceversa i legali del Museo sembra abbiamo dimostrato che la donna ha vissuto altrove per un certo periodo di tempo sia pure nella stessa zona della citta’.
L’associazione “Two Bridges Neighborhood Council” che ha lottato  a favore della Sarno dal 1910, ha tacitamente ammesso in questi giorni che legalmente non c’e’ piu’ niente da fare. Ma il punto e’ un altro, dice il presidente Victor Papa.
“Per una istituzione che afferma di promuovere e preservare la cultura italo-americana, il museo fallisce profondamente nel riconoscere che tra i suoi piu’ importanti valori sono proprio coloro che da lungo tempo risiedono nel quartiere. Noi non sottovalutiamo la missione dell’Italian-American Museum, ne’ i benefattori che generosamente la supportano; ne’ vogliamo noi sminuire il Dipartimento statale per l’Istruzione che ha economicamente approvato quella missione; ma il fatto che la signora Sarno sia una delle piu’ vecchie residenti di Little Italy e’ in se stessa una missione”.
Victor Papa conclude dicendo che il “caso Sarno” ha caratteristiche che purtroppo sono ben note alle organizzazioni che si occupano di alloggi nei quartiere cittadini: vulnerabili cittadini messi fuori da padroni di casa speculatori e costruttori edili in Little Italy, Chinatown e nella zona bassa dell’East Side.
La signora Sarno non sa dove andra’ a vivere con la sua gatta Tasha dopo il possibile sfratto. Vive di ‘social security” e riesce a pagare il fitto anche grazie all’aiuto di una figlia ed una nipote che vivono in Wisconsin. Riceve inoltre aiuti per il vitto.
“Che vuole questo Scelsa? Io sono qui da 53 anni e lui da cinque..... - dice Adele Sarno - Avro’ presto 86 anni, quanti ancora me ne rimangono? Fatemi godere in pace nella mia casa gli ultimi anni della mia vita”.
Il Museo, che ha problemi di bilancio, ha piani che vanno al di la’ dell’appartamento della Sarno (uno dei sei che ha in affitto): mira a vendere l’edificio che acquisto’ nel 208. All’angolo di Grand Street e Mulberry dovrebbe sorgerne uno moltopiu’ imponente  che garantira’ al museo piu’ spazio e, soprattutto, un futuro economico piu’ tranquillo.
“Cosa dovremmo fare? Affittare appartamenti con lo sconto?”, si chiede Joe Carella, portavoce del Museo.
La palazzina al nr 185 Grand Street , sede del Museo Italo-Americano fu costruita nel 1885 e ospito’ gli uffici della Banca Stabile, che prestava danaro agli italiani che volevano emigrare  negli Stati Uniti. Due anni fa una richiesta per farla dichiarare monumento storico fu respinto dall’apposita commissione. Quindi, se necessaria, via libera alla sua demolizione.
Lo sfratto, che avrebbe dovuto essere eseguito il 5 aprile, e’ stato rinviato da un giudice al 13 dello stesso mese per consentire ai legali della Sarno di mettere a punto una difesa, probabilmenteuna soluzione di compromesso per risolvere amichevolmente il problema.

Nelle foto:  in alto la palazzina del Museo Italo Americano; al centro, Adele Sarno mostra una fotografia del 1945 quando fu eletta Regina della Festa di San Gennaro della Little Italy di Manhattan; in basso il proprietario dell'edificio Joseph Scelsa.


sabato 21 marzo 2015

Litigano in diretta due telecronisti della Rai

ROMA. Rissa sfiorata al Franchi, in occasione di Fiorentina-Milan tra due giornalisti della Rai che nel corso della radiocronaca in diretta sarebbero quasi venuti alle mani per un litigio: il Milan era in vantaggio di 1-0 ma all’83' la squadra viola ha pareggiato con Gonzalo Rodriguez.
Il giornalista di Radio Rai  Giuseppe Bisantis stava per narrare l'azione del gol, ma si e’ sentita la voce del collega Fabrizio Failla di Rai Italia  che esultava: "Gooooooool".
Bisantis ha allora mandato in onda lo stacco pubblicitario. Firenzeviola.it ha ripreso l'audio di Rai Italia (trasmissione satellitare) dove si può ascoltare lo screzio nel fuori onda: "Hai rotto il c...o, hai rotto il c...o", urlava il giornalista di Radio Rai al collega Failla che l'aveva disturbato. Secondo testimoni i due sarebebro venuti a vie di fatto, prontamente separati da agenti della Digos che si sono precipitati nel box della radio per riportare la calma.
Sembra che i due giornalisti abbiamo alla fine fatto la pace.
Questo episodio ricorda la rivalita’ tra Enrico Ameri e Sandro Ciotti durante la trasmissione
“Tutto il calcio minuto per minuto”. La diretta creava inevitabilmente qualche litigio o frizioni,  quando qualcuno si dilungava troppo nei propri interventi..
La lunga rivalità Ciotti-Ameri, tocco’ l’apice quando, intervenendo da Torino e commentando un momento della partita, Ciotti interruppe il collega chiedendogli la linea per segnalare un.... quarto gol, di una partita ormai senza storia. Ameri, convinto di essere fuorionda (il tecnico non aveva chiuso il suo collegamento)  esclamò:  “Ma come si fa ad essere cosi’ coglioni.....?”.
Anche per questa rivalita’, che i radioascoltatori conoscevano ed avvertivano, la trasmissione divento’ popolarissima. Nella foto Ciotti (a sinistra) con Ameri

Community / Perche' la Rai ripete le interviste

Rai Italia continua a mandare in onda domenica sera (ora di New York) nel programma Community, spezzoni di filmati gia’ trasmessi. Questi pezzi, in genere interviste tagliate e riattaccate da sembrare monologhi, vengono mandati in onda senza che qualcuno li leghi perche’  il Community domenicale non ha conduttore (o conduttrice).
A chi come noi si chiede il perche’ di queste ripetizioni  prima della attesissima Domenica Sportiva, la Rai spiega:  “Una buona occasione per permettere di seguire le “vostre storie” anche agli spettatori che nei giorni feriali non sono riusciti a seguire la normale programmazione di Community”. Un argomento, questo, tutt’altro che convincente.......

A proposito di Community, un elogio ad Alessio Aversa (nella foto) che ha sostituito nei giorni scorsi  la titolare Benedetta Rinaldi.  Alessio ha fatto il suo lavoro con diligenza e semplicita’, parlando poco e facendo parlare gli ospiti.  Classe 1981, vive a Roma. Laureato in Scienze politiche e Comunicazione internazionale, è giornalista professionista dal 2009, e ha cominciato il suo percorso verso la professione con cinque stage tra cui uno come assistente e redattore per la redazione radiofonica di Italia Chiama Italia su Rai International e un altro  in qualità di assistente alla produzione per la redazione Rai Corporation a New York.
Come freelance è stato in Afghanistan, Libano, Kosovo, Israele, Palestina. E’ autore di un romanzo dal titolo “Il Pentatleta” (Aracne Editore).

mercoledì 18 marzo 2015

Alberto Burri e il campo di prigionia del Texas


NEW YORK. Dal 9 ottobre, al Solomon R. Guggenheim Museum di New York,  sarà allestita una retrospettiva dedicata all’artista umbro Alberto Burri nel centenario della sua nascita. Burri nacque a Città di Castello (Perugia) il 12 marzo 1915, primogenito di Pietro, commerciante di vini, e di Carolina Torreggiani, insegnante elementare.
Alberto Burri: The Trauma of Painting”  si preannuncia come la maggiore retrospettiva dedicata all’artista negli Stati Uniti da oltre trentacinque anni. Tra Catrami, Muffe, Gobbi, Bianchi, Legni, Ferri, Combustioni plastiche, Cretti e lavori su Cellotex, la mostra intende riposizionare il ruolo di Burri fra gli artisti del dopoguerra italiano ed europeo.
“Sin dagli inizi, i critici di Burri notano nella sua iconografia povertà e ferite. Burri infatti esprime il trauma sia fisico che emotivo dell’Italia del dopoguerra proprio nell’utilizzo radicale dei materiali semplici e bistrattati - ha detto  la curatrice della mostra  Emily Braun -  Allo stesso modo, le convenzioni pittoriche come il supporto e lo sfondo sono traumatizzate come parte dell’obiettivo artistico”.
Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo Annibale Mariotti di Perugia, nel 1934 Burri s’iscrisse alla facoltà di medicina all’Università della stessa città.
Tra il 9 novembre 1936 e l’11 novembre 1937 prestò servizio militare, come sottotenente di complemento, nel 46̊ reggimento fanteria dell’esercito italiano, alloggiato a Cagliari.
Negli anni successivi riprese gli studi medici fino alla laurea che discusse il 12 giugno 1940, con una tesi dal titolo L’influenza dei batteri fotodinamici sul rachitismo sperimentale nei ratti, valutata 90/110.
Il 9 ottobre 1940, quattro mesi dopo l’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, con il grado di sottotenente medico di complemento, fu richiamato alle armi e assegnato al comando deposito del 52̊ reggimento fanteria Spoleto. Ma 20 giorni più tardi fu congedato per consentirgli di seguire il tirocinio presso un istituto ospedaliero ai fini dell’abilitazione all’esercizio della professione.
Conseguito il diploma, tornò al 52̊ reggimento prima di essere trasferito al 102̊ battaglione ‘camicie nere’ della MVSN, con il quale raggiunse Durazzo (Albania) nell’aprile 1941. Fino al gennaio 1942, quando rientrò in Italia, fu impegnato nelle operazioni belliche nei dintorni di Cettigne, antica capitale del Montenegro. All’inizio di marzo 1943 fu nuovamente mobilitato dal comando Milmart (Milizia marittima d’artiglieria, forza speciale della MVSN) di Roma e assegnato alla 10ª legione in Africa settentrionale.
Nei giorni della resa italiana in Africa, fu catturato dagli inglesi l’8 maggio 1943, in località La Marsa, poco distante da Tunisi. Passato in mano agli statunitensi, fu condotto in Texas e rinchiuso nel campo di prigionieri di guerra di Hereford, a circa 30 km dalla città di Amarillo, dove giunse nell’agosto 1943.
Il Campo di prigionia raccolse dopo l'8 settembre 1943 circa 5.000 ufficiali e soldati italiani, prigionieri di guerra (cinquantamila in tutto il territorio statunitense) e in seguito anche i militari della Repubblica Sociale Italiana, che rifiutarono di collaborare con gli alleati. Fu chiuso alla fine del 1946. Nello stesso campo furono detenuti Giuseppe Berto, Gaetano Tumiati, Dante Troisi, Ervardo Fioravanti, Vincenzo Buonassisi, Mario Medici,  Ervardo Fioravanti, Gaio Bacci,  Dino Gambetti, Beppe Niccolai, Roberto Mieville, Nino De Totto e Gianni Roberti.
Nella primavera del 1944 Burri  rifiutò di firmare una dichiarazione di collaborazione propostagli e fu catalogato tra i fascisti ‘irriducibili’.
Burri rimase rimase a Herenford 18 mesi. Fu in questo periodo che comincio’ a dedicarsi alla pittura. Al suo arrivo gli fu sequestrata la borsa con le attrezzature. Privato così della sua identità di medico, sfruttò le possibilità offerte ai detenuti di svolgere varie attività all’interno del campo (lettura, sport e lavori vari) e cominciò a dipingere.
 «La leggenda che circolava nel campo – scriverà Giuseppe Berto – era che c’era fra noi un medico il quale, schifato dall’umanità, aveva deciso che gli uomini non meritavano più le sue cure e perciò s’era riproposto di non fare più il medico».
Una delle rare testimonianze delle prime prove pittoriche è costituita dal quadro Texas (1945; Roma, collezione privata) che raffigura, con modi realistici, il paesaggio visibile dal campo di prigionia in cui era rinchiuso.
Rientrò dalla prigionia americana molto dopo la fine delle ostilità. Giunse a Napoli il 27 febbraio 1946, con altri 600 ufficiali e 240 soldati di leva. Visse per un breve periodo a Città di Castello, prima di trasferirsi a Roma, avendo ormai scelto di dedicarsi a tempo pieno alla pittura.  Il 15 maggio 1955 sposò, a Westport (California), la ballerina americana d’origine ucraina Minsa Craig (1928-2003), conosciuta a Roma l’anno precedente. Mori’ a Nizza, il 13 febbraio 1995.

FONTI VARIE. Molte delle notizie biografiche sono liberamente tratte da una scheda della Treccani di Massimo DeSabbata. 
Infinita la bibliografia per coloro che volessero approfondire la vita e l’arte di Alberto Burri.
Il regista italo-belga Giorgio Serafini ha realizzato nel 1991 un documentario TV sul campo di prigionia di Hereford dal titolo Les murs de sable, e nel 2002, nello stesso ambiente, ha diretto un film con Luca Zingaretti e Roy Scheider dal titolo Texas 46.

venerdì 13 marzo 2015

Rai Italia / Una mimosa per la Giostra dei Gol


NEW YORK. Domenica scorsa, per la Giornata internazionale della Donna, e’ stato bellissimo vedere sullo schermo le bambine che entravano sui campi della A tenute per mano dai giocatori.  In serie B  le squadre e la quaterna arbitrale erano accompagnate da tre bambine, vestite con le maglie delle due formazioni e dell'arbitro, fino a centrocampo, dove hanno ricevuto dai capitani e dal direttore di gara un ramoscello di mimosa.
Nessuno ha portato un mazzo di mimose sul “set” della Giostra del Gol, anche se questa popolare trasmissione si e’ recentemente tinta di rosa. Ha rimediato  pero’ in un collegamento da Costa Rica l’ex azzurro Fabrizio Poletti che ha omaggiato  il gentil sesso, rappresentato dalle ospiti fisse Katia Serra e Sara Tardelli, alle quali si e’ aggiunta brevemente anche la rediviva  Francesca Alderisi per scopi promozionali.
Credo che questa apertura alle donne giovi alla Giostra, a renderla piu’ varia, piu’ leggera e piu’ moderna, senza sminuirla nei contenuti. I telespettatori veterani di questa popolare trasmissione ricordano con piacere gli interventi di Carolina Morace che, tecnicamente parlando, se la batteva con i migliori maschietti.
In tema di celebrazione della Giornata della Donna, Italo Cucci ha rivendicato di essere stato stato il primo direttore ad assumere in Italia una giornalista  (di cui purtroppo non ha detto - o non ho capito - il nome).  Almeno due donne in Italia hanno rivendicato quel primato, ma Cucci si riferiva sicuramente a Rosanna Marani.  L’altra  e’ stata Manuela Righini, caporedattore centrale del Corriere della Sera,  scomparsa nel 2010, a 59 anni. Nel darne la notizia della morte,  l’ANSA scrisse che la Righini “ e' stata la prima giornalista sportiva in Italia”. Ironicamente Manuela e’ diventata famosa come “sportiva” solo dopo la morte, tanto che non figura in una tesi del 2005 di Fanny Xhajanka, laureata presso l'Università degli Studi di Verona, dal titolo “La firma della donna nel giornalismo sportivo”.
Dal 2010, invece, il web si e’ scatenato tanto da far pensare che Manuela in vita non avesse mai fatto altro che scrivere di sport.
Ma cos'e’ che decide questa classifica? L’iscrizione all’albo o l’inizio dell’attivita’ di cronista?
Una domanda: c’erano donne che scrivevano di sport durante il regime fascista?




mercoledì 11 marzo 2015

Scacchi / Fabiano Caruana cambia Federazione?

NEW YORK. Corte serrata della Federazione Scacchi degli Stati Uniti all’italoamericano Fabiano Caruana, numero 2 al mondo, che potrebbe passare con la squadra USA  in vista della prestigiosa Olimpiade degli Scacchi  del prossimo anno in Azerbaijan. Caruana fu avvicinato lo scorso settembre dopo aver vinto la Sinquefield Cup a St. Louis dove gli fu offerta una “grande somma”  per cambiare federazione, offerta che a suo tempo fu declinata. Dietro la proposta c’e’ indubbiamente Rex Sinquefield, finanziere del Missouri, un mecenate che non bada a spese per  reclutare giocatori di livello mondiale in grado di poter competere con Russia e Cina.
L’ultimo acquisto americano e’ il filippino Wesley So, numero 8 al mondo, che nel 2012 si trasferi’ alla Webster University di St. Louis che ha migliore squadra di scacchi della nazione. Lo scorso giugno So ha cambiato federazione pagando di tasca sua l’indennizzo di 50 mila euro alla sua ex federazione dopo aver vinto i 100 mila dollari della Millionarie Chess Challenge di Las Vegas.
Gianpietro Pagnoncelli, presidente della Federscacchi italiana, ha fatto sapere che non si opporrà alla volontà di Caruana: “Se Fabiano è veramente interessato a cambiare federazione, posso solo esserne molto dispiaciuto”, ha dichiarato al New York Times.
Gli Stati Uniti vogliono investire negli scacchi per renderlo piu’ popolare e perche’ sanno che niente come una vittoria in campo internazionale puo’ avere risonanza sulla stampa e sull’opinione pubblica.
Nel frattempo, i tornei universitari sono aumentati e diventati sempre piu’ competitivi, anche grazie all’arrivo dall’estero di elementi come Alejandro Ramirez (Costa Rica), Timur Gareev (Uzbekistan), Fidel Corrales Jimenez (Cuba) e Yaroslav Zherebukh, un grandmaster dell’Ucraina che si e’ trasferito recentemente all’universita’ Texas Tech.
Fabiano Caruana è nato a Miami, in Florida, il 30 luglio 1992 da padre italo-americano (originario di Raffadali)  e madre italiana ( di Francavilla in Sinni). A quattro anni si trasferi’ a Park Slope, un quartiere di Brooklyn, a New York, dove trascorse la sua giovinezza il leggendario Bobby Fischer. Caruana ha passaporto italiano e americano.
---------
Fonte: The New York Times
Per la biografia di Caruana: http://it.wikipedia.org/wiki/Fabiano_Caruana
***
Fabiano Caruana, scacchi, Olipiadi degli Scacchi, Raffadali, Francavilla in Sinni, Wesley So,
Rex Sinquefield, Gianpietro Pagnoncelli

sabato 7 marzo 2015

Francesca Alderisi, la Mirko Tremaglia della Rai


NEW YORK. Torna lunedi’  sul piccolo schermo  Francesca Alderisi, la popolare presentatrice-autrice di “Gran Sportello Italia”, il primo programma fatto da Rai Italia per gli italiani all’estero.
“Oscurata” con l’avvento di Piero Badaloni e costretta all’esilio volontario, l’effervescente napoletana di...Treviso ha coltivato negli anni i suoi amici nel mondo non solo grazie all’Internet ma viaggiando ed andando a conoscerli personalmente nelle Americhe e in Australia. Nominata Cavaliere della Repubblica italiana nel 2010 per la sua attivita’ a favore degli emigrati, Francesca e’ la Mirko Tremaglia della Rai. Come per l’ex ministro, gli italiani all’estero, sono per lei una passione e una missione.

- CONTENTA DI TORNARE IN TV DOPO TRE ANNI DA GRAN SPORTELLO ITALIA?
Certamente, come non potrei? E' un sogno che si avvera dopo tanto tempo, troppo...

- COSA HAI FATTO NEGLI ULTIMI TRE ANNI?
Ho continuato  a seguire il mio blog www.prontofrancesca.it , sono stata madrina e promotrice del "Giardino Italiani nel Mondo" che si trova a Roma e rappresenta la prima targa toponomastica in Italia dedicata ai nostri connazionali. Soprattutto ho continuato a raccogliere storie di vita di chi vive all'estero per arricchire il mio bagaglio di esperienza sul tema “Italiani nel mondo”.

- A CHI TI RIVOLGI ORA, QUALE E' IL TUO PUBBLICO?
Con "Cara Francesca…" mi rivolgo al pubblico di Rai Italia che ogni giorno diventa protagonista assoluto di una puntata monotematica a loro dedicata. Il pubblico e’ costituto da coloro che mi hanno seguito per tanto tempo e ritroveranno un'amica.  A loro certamente si aggiungerà una fetta nuova di telespettatori, magari giovani nuovi abbonati, incuriositi (mi auguro) da questa conduttrice a loro fino ad oggi sconosciuta. Ad arricchire ogni puntata ci saranno brevi video amatoriali realizzati direttamente dal telespettatore protagonista della puntata e naturalmente fotografie, passate e recenti.

- CHE VUOTO RIEMPIE IL TUO PROGRAMMA NEL PALINSESTO DI RAI ITALIA?
Sai, l'acqua calda, come si dice in gergo, non la inventa più nessuno. Non sta a me dire che vuoto riempirà, qualora lo riempirà "Cara Francesca…"
Esso rappresenta a mio avviso una continuità con ciò che ho fatto in passato. Ecco, magari a pensarci bene,  riempirà proprio questo vuoto. La mia presenza in video per i milioni di telespettatori di Rai Italia sarà una continuità con il passato, considerato che la prima puntata che ho condotto su questo canale risale a ben quindici anni fa, nel 2000.

CI SONO PERSONE ALLE QUALI SEI PIU' GRATA PER LA TUA CARRIERA TELEVISIVA?
Allo Stadio Olimpico di Roma, dove conducevo per i maxi-schermi un programma a circuito interno per  le partite di Roma e Lazio, incontrai in tribuna stampa un tifoso della Roma con il quale avevo lavorato a Rai Uno, conducendo l'Agenda del TG1. Era Massimo Magliaro, da lì a poco nominato  direttore di Rai International. Fu proprio lui a propormi di occuparmi di “Sportello Italia” .  A lui sono grata non solo per avermi fatto conoscere il mondo degli italiani all'estero, ma soprattutto per la fiducia che ha avuto in me nel permettermi di  creare il format televisivo che mi ha dato tanto successo.
Oggi a distanza di quindici anni sono altrettanto grata e riconoscente a Piero Corsini, attuale direttore di Rai Italia. Se non avesse creduto in me, dandomi la possibilità di tornare ad avere un programma televisivo di contatto con gli italiani nel mondo, sarei ancora a casa ad aspettare.

- COSA RAPPRESENTA PER TE L'ONORIFICENZA DI CAVALIERE DELLA REPUBBLICA ITALIANA?
Ha un valore immenso anche perché la motivazione è stata il mio impegno a favore delle comunità italiane nel mondo. Ancora a distanza di anni non mi sembra vero. Non siamo in tantissime giovani donne ad avere ricevuto questa onorificenza e ne vado molto orgogliosa.

----------
“Cara Francesca....” in onda dal lunedì al venerdì..

.

martedì 3 marzo 2015

Italiani all'estero / Niente IMU per i pensionati sulla prima casa

 
IMUNEW YORK. Dalla lettera di un italiano all’estero (dalla Colombia, se non ricordiamo male) e’ venuta fuori giorni fa (con due mesi di ritardo) durante la trasmissione televisiva "Community" di Rai Italia una notizia sull’IMU per i pensionati italiani all’estero che interessa centinaia di migliaia di persone che hanno una casa o un appartamento in Italia.
Paradossale che questa notizia non sia stata proposta tempestivamente per iniziativa diretta dalla Rai Italia stessa e cioe’ che Community debba aver avuto bisogno di una imbeccata per affrontare l’argomento.
Ma purtroppo il programma dedica appena 5 minuti alle lettere e alle problematiche
degli emigrati mentre ne utilizza 15 per reclamizzare romanzi sconosciuti, schede di sportivi, il giochetto della parola da indovinare e la solita pizza dei ristoranti gestiti da italiani in tutto il mondo.
E allora, siccome lo staff di Community non sa scovare gli argomenti che interessano gli emigrati, perche’ non delega i suoi esperti nei vari settori, gli stessi che vengono poi chiamati a rispondere alle domande dei telespetattori, a segnalare tempestivamente alla trasmissione le novita’  legislative che interessano gli emigrati?
La nuova legge sull’IMU (la tassa sull’abitazione) in vigore dal 1 gennaio 2015 interessa i cittadini italiani iscritti all'AIRE e pensionati nei rispettivi paesi di residenza. La loro abitazione in Italia (una sola unità immobiliare) sarà considerata prima casa, purché non risulti locata o in comodato d'uso. Sempre limitatamente ai pensionati, anche le imposte comunali Tari e Tasi saranno applicate, per ciascun anno, in misura ridotta di due terzi.
Scrivete ai Comuni dove e’ ubicata la vostra abitazione e, se fanno orecchie da mercante, inviate questi riferimenti normativi cosi’ come elencati dal Senatore Claudio Micheloni che avverte:
"Dalle vostre segnalazioni, sembrerebbe che diversi Comuni non hanno ancora recepito questi importanti cambiamenti legislativi che riguardano numerosi italiani residenti all'estero".
Questi i riferimenti normativi che ne decretano l'applicazione:
TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 28 marzo 2014, n. 47
Testo del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47 (in Gazzetta Ufficiale -serie generale - n. 73 del 28 marzo 2014), coordinato con la legge di conversione 23 maggio 2014, n. 80 recante: "Misure urgenti per l'emergenza abitativa"
(GU n.121 del 27-5-2014)
Vigente al: 27-5-2014:
Art. 9-bis
IMU per immobili posseduti da cittadini residenti all'estero
1. All'art. 13, comma 2, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.214;
«A partire dall'anno 2015 e' considerata direttamente adibita ad abitazione principale una ed una sola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d'uso».
2. Sull'unita' immobiliare di cui al comma 1, le imposte comunali TARI e TASI sono applicate, per ciascun anno, in misura ridotta di due terzi.
3. Agli oneri derivanti dalle disposizioni di cui al presente articolo, pari a 6 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2015, di cui 2 milioni di euro annui a copertura delle minori entrate dei Comuni, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2014 allo scopo utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero."
L’emendamento al dl Emergenza abitativa e’ stato approvato grazie all'impegno dei senatori Micheloni, Giacobbe, Turano, Di Biagio e Longo del PD.